Piatto povero dei contadini Iblei, il Cuturru è apprezzato oggi come pietanza genuina e nutriente. Il nome rude, arcaico e desueto, descrive la sua origine non raffinata, quale risultato di una macinazione grossolana del “russello”, un grano antico di Sicilia. Tritato su pietra lavica, poiché i mulini erano troppo cari per gli agricoltori ragusani dell’epoca, il Cuturru si presenta ancora grezzo, privo di alterazioni nella lavorazione, povero di glutine e capace di essere tutt’ora un alimento completo, unico e generoso.